sabato 24 ottobre 2009

Manifestazione Amantea

Sono appena tornato dalla manifestazione tenutasi stamattina ad Amantea per chiedere la bonificazione del territorio ecc.. Tanta la gente, tante le associazioni ambientaliste e non, quasi nulla la presenza partitica, diversi sindacati (dietro di noi lo spezzone della cgil), scuole locali e non, calabresi e non.

Partiti dal lungomare per arrivare in p.zza Cappuccini, con a volte pioggia, il nostro spezzone universitario e piduista si è avvalso della facoltà di manifestare (finquando ne abbiamo diritto) contro la mafia, la politica corrotta, contro chi della Calabria vuole farne una discarica.

"I rifiuti tossici ci sono, le scorie e le navi, i fiumi inquinati e gli edifici costruiti su materiale dannoso per la salute", "l'informazione che non arriva, che non riesce ad uscire" (con riferimento al cesio 131 a Chiaiano), "da questa manifestazione deve uscire una nuova Calabria, unita con tutte le sue realtà, e anche con altre regioni" (come al solito), "politici e mafia che avvelenano padri, noi stessi e i nostri figli", un intervento sul Libano, ecc.
Questo, e altro, quanto uscito da un palco malfunzionante a causa della pioggia.
Qualche disordine dinnanzi a quest'ultimo quando si nominava Oliverio (e se ho capito bene volevano farlo parlare sul palco), dopodiché ha preso la parola l'assessore Silvio Greco, e da lì in poi la rabbia e al tempo stesso tempo l'ascolto delle persone presenti.

Di fatto la manifestazione in sè è andata bene, a volte intensa, a volte problematica. Dopo di questo una festa (anche se non c'è un cazzo da festeggiare) e un concerto con vari gruppi... ma io sono già a casa.

venerdì 16 ottobre 2009

55998 / Campo di concentramento di Dortmund

Salute,
da qualche giorno ho finito di leggere questo libro di Rentsoc.
D'ora in poi cerco di fare una mini mini mini recensione sui libri che leggo, così da districarmi un pò anche nella scrittura di qualcosa di diverso, sensazioni ed emozioni, ma non al descrizione del libro (che potete trovare da qualunque parte).

Il libro mi ha interessato sin dall'inizio visto che il protagonista Umberto De Luca, o meglio la vittima del nazismo, vive a S. Pietro in Amantea, nella mia zona. La storia raccontata dal nonno alla nipote fa capire quanto, noi ragazzi al giorno d'oggi non riusciamo ad apprendere, a chiedere, ad ascoltare le persone anziane. Avrebbero molto da dire e da insegnarci, per quanto concerne la loro storia e il loro passato innanzitutto.

Per il resto il libro spiega poco la vita nel campo di concentramento, più del 70% invece è incentrato sull'analisi delle persone che hanno visutto accanto a De Luca, che ancora ci sono o che non ci sono più. Una descrizione anch'essa molto sentimentale, ma allo stesso tempo oggettiva. Risalta molto il concetto di annientamento dell'anima, dei diritti e del corpo, del nazismo e dei tedeschi spietati. Il racconto tende ad essere fluido ma talvolta esageratamente meticoloso sugli aspetti emotivi.

Il finale è quasi commovente, il ritorno a casa significa davvero un ritorno alla vita, nel profondo rispetto dei suoi compagni menu fortunati di lui, della sua famiglia, della sua cittadina. Il ricordo di ciò che è stato fa male. Importante tramandare il ricordo, la memoria nella sua interezza affinché tale soppressione non si ripeta mai più nella storia dell'umanità.

Stile del linguaggio e struttura del libro molto semplici, la lettura è più curiosa e solidale che appassionante.

Avvelenamento generale

Salute,
prima di cominciare il il disprezzevole post, sincera solidarietà al popolo siciliano, Messina, l'Abruzzo, terremotati, alluvionati, iraniani, inondati nel vicino oriente e clandestini.

Sono avvenuti molti eventi da quando ho scritto l'ultimo blog post, e tra l'inizio dei corsi, voglia di fare e lavoretti vari, quasi mi sono scordato come si scriva un articolo mezzo degno di tale nome.
Ad ogni modo il titolo parla di avvelenamenti, e abbraccia molte molte cose... partendo dal bellissimo, pulito, controllato, libero e sfruttato mare fino all'avere un capo eletto dal popolo e che ha il sacrosanto diritto di fare ciò che vuole.
Questo ci piace e ci fa onore, nonché cambia a dismisura il modo di approcciarsi alla società, stabilmente corrotta e onesta nella sua tecnologica e antica ipocrisia.

Dunque talvolta può spuntare un giallore, giallastro, anche profumato di benzina erogata gratis dai motori superficialmente accomodati nelle nostre acque. A noi piace abbeverarci di cesio e scarichi delle valli sperdute dove mai nessuno andrà a mettere piede... o meglio nessuno degli spoliticanti.

E' un territorio tutto da difendere, ma ci si ripiega con bassa, prolungata ad intermittenza resistenza difronte all'onnipresenza del capo. Una lucciola che si accende e si spegne, una notte di bufera, incubi, 20 anni di atrocità e scandali coperti dalle menti più oscure e senza dubbio scrupolose dell'omertà.

Quando si parla delle problematiche del meridione non si scherza. Quando la terra entra in rivolta, vorrebbe inghiottire i rifiuti... umani... quando sarebbe così tanto vicina alla vendetta... si rilassa e sviene, ritornando nel vecchio stato di sonnolenza, aspettando un nuovo stimolo, un motivo per ricominciare a combattere. E' ciò che succede e si ripete ogni volta che si comincia una battaglia, di cui la vittoria sembra così vicina, ma la nostra realtà è molto differente da quella che ci vuole automi. Da qui a rientrare nella normale ottica, senza rifiuti, senza radioattività, senza ingiustizie il passo è breve: basta un pò di tempo e l'aiuto dei media e non divulgare più certe notizie di vitale importanza.

I ricercatori e precari si sono riuniti anch'essi, un'altra delle tante belle situazioni che ci sono in Italia. Una riunione fatta dai ricercatori per i ricercatori, visto che a quanto pare la presenza degli studenti è stata, tipo, dello 0%. Ma si sa che funziona così, quando non si toccano i dineri, quando non si tocca la salute e la via retta del successo, quando ciò che accade è immutabile, quando in parole povere... non ci tocca affatto!

Ma certo, la cosa è chiara. Sono i corsi che ci tolgono tempo, sono gli spazi che ci mancano, è l'informazione e le persone che sono opache... ma a noi, che ce ne frega?

Non so se in questo post si è capito tanto quello che volevo dire, del resto l'orario è quel che è, e la mia conoscenza altrettanto. Una delle cose importanti è comunque avere una concezione un pizzico più libera di quello che tanti personaggi si aspettano dalla popolazione.

Attenzione attenzione, per non dimenticare... 24 ottobre alle 9:00 sul lungo mare di Amantea, per andare a pescare tutti insieme su una petroliera... non dimenticate gli ami radioattivi e l'esca al cesio.

Non siamo che tanta culturame in balia di