venerdì 16 ottobre 2009

55998 / Campo di concentramento di Dortmund

Salute,
da qualche giorno ho finito di leggere questo libro di Rentsoc.
D'ora in poi cerco di fare una mini mini mini recensione sui libri che leggo, così da districarmi un pò anche nella scrittura di qualcosa di diverso, sensazioni ed emozioni, ma non al descrizione del libro (che potete trovare da qualunque parte).

Il libro mi ha interessato sin dall'inizio visto che il protagonista Umberto De Luca, o meglio la vittima del nazismo, vive a S. Pietro in Amantea, nella mia zona. La storia raccontata dal nonno alla nipote fa capire quanto, noi ragazzi al giorno d'oggi non riusciamo ad apprendere, a chiedere, ad ascoltare le persone anziane. Avrebbero molto da dire e da insegnarci, per quanto concerne la loro storia e il loro passato innanzitutto.

Per il resto il libro spiega poco la vita nel campo di concentramento, più del 70% invece è incentrato sull'analisi delle persone che hanno visutto accanto a De Luca, che ancora ci sono o che non ci sono più. Una descrizione anch'essa molto sentimentale, ma allo stesso tempo oggettiva. Risalta molto il concetto di annientamento dell'anima, dei diritti e del corpo, del nazismo e dei tedeschi spietati. Il racconto tende ad essere fluido ma talvolta esageratamente meticoloso sugli aspetti emotivi.

Il finale è quasi commovente, il ritorno a casa significa davvero un ritorno alla vita, nel profondo rispetto dei suoi compagni menu fortunati di lui, della sua famiglia, della sua cittadina. Il ricordo di ciò che è stato fa male. Importante tramandare il ricordo, la memoria nella sua interezza affinché tale soppressione non si ripeta mai più nella storia dell'umanità.

Stile del linguaggio e struttura del libro molto semplici, la lettura è più curiosa e solidale che appassionante.

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