mercoledì 10 giugno 2009

Libertà di reprimere

Salute a voi tutti,
è da tanto che non scrivo su questo blog, nonostante per me abbia un valore importante ed è uno dei pochi spazi in cui riesco a scrivere e ad esprimere le mie idee in modo satirico e soggettivo.
Molte cose sono successe dall'ultimo post, a partire dalla militarizzazione dell'ateneo alle odierne elezioni.

Ma oggi vi parlerò di un nuovo diritto costituzionale che sancisce la libertà degli individui, prettamente o correlatamente politici, di reprimere la libertà di espressione e di manifestazione delle proprie idee.
Questo diritto è stato prontamente sfruttato in molte situazioni, ma l'apice si è raggiunto con el magnifico Napolitano invitato da el magnifico rettorus erectus.

Grazie a dei compagni siamo riusciti a manifestare, con striscioni e schiamazzi e grida feroci il nostro dissenso all'inaugurazione dell'anno accademico; causato dalla mancata presenza di studenti veri in acciaio inox 18 carati in aula magna, e dalla crisi e conseguente privatizzazione dell'università (sogno del rectorouse non ancora avverato poiché classificata come università virtuosa). In quel contesto, sono avvenute alcune vicende che per delicati motivi non sto qui a descrivere, e che ad oggi, sono pervenute le prove di una sottolineata repressione nei confronti del libero pensiero.

Ebbene siore e siori, piduisti e disobbedienti, onde su onde, siamo qui oggi, a qualche ora prima della partenza per l'aula magna, che pensiamo al presente, al passato e alla vicina assemblea d'ateneo. Un'assemblea importante, forse poco frequentata, ma di riflessione e dura autocritica, nonché ennesimo punto di partenza per delineare la nostra posizione all'interno dell'università e della società.

Siore e siori, buona assemblea a tutti, e non pensate troppo all'esito sconcentrante delle elezioni. Come disse un mitico giardiniere pollice rosso: chi comanda non è al potere, ma è a potare...

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